Ortaggi, frutta ed erbe spontanee

Ortaggi, frutta ed erbe spontanee

Il cuore delle Alpi Carniche, circondato da vette imponenti e da boschi di abeti, faggi e larici, non solo incanta con i suoi paesaggi mozzafiato, ma custodisce anche un patrimonio agricolo unico, fatto di frutti ed ortaggi autoctoni che crescono rigogliosi in questa terra. La valle, con i suoi pendii soleggiati ed i terreni ricchi di minerali, offre infatti condizioni ideali per la crescita di numerose varietà di prodotti tipici, nel pieno rispetto dell'ambiente naturale e delle tecniche di coltivazione sostenibili.

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Le mele

In carnia si coltivava un tipo di mela particolare, un mix tra autoctono e mele di paesi lontani, importate da friulani emigrati per il mondo, che rientrando a casa portavano con sé semi di specie che ritenevano in grado di dare buone produzioni. 

Nel tempo queste mele furono sostituite con delle varianti moderne e per questo diversi enti territoriali negli ultimi anni si sono impegnati per il recupero dei meli autoctoni in modo da far riemergere gli antichi sapori di un tempo.

Le mele della Carnia sono conosciute per le loro caratteristiche uniche e per la qualità che riescono a mantenere nonostante il clima rigido. Il terreno ed il microclima favorevole contribuiscono alla coltivazione di varietà di mele dal gusto intenso e dalla consistenza croccante.

I frutti di bosco

Grazie alla sua morfologia, i boschi Carnici offrono spontaneamente dei preziosi frutti da gustare lungo il sentiero. Sono i mirtilli, le fragoline, i lamponi e le more del sottobosco. Esistono diverse aziende sparse sul nostro territorio che si dedicano con passione alla loro coltura, realizzando deliziose marmellate e confetture oltre che succhi e nettari prelibati. Questi preziosi frutti diventano i protagonisti principali verso la fine di Luglio in occasione della ormai trentennale Festa dei Frutti di Bosco che si svolge per le vie di Forni Avoltri. Il paese ospita diversi produttori ed i loro stand presso cui assaporare specialità sia dolci che salate oltre che acquistare frutti di bosco, prodotti dell’artigianato e dell’agroalimentare locale.

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Lo Sclopit

Nei prati dei nostri comuni si trovano molti sclopit che in gergo scientifico viene chiamato Silene vulgaris o Erba di Sileno. Se raccolti prima che fiorisca nei caratteristici fiori bianchi a palloncino, è un’ottima pianta selvatica da utilizzare per risotti, frittate, insalate, minestre e gnocchi. Inoltre viene utilizzato anche per infusi o tisane grazie alle sue grandi proprietà digestive ed antinfiammatorie.

Il cavolo cappuccio di Collina

Questo ortaggio ha rivestito da sempre una notevole importanza per la comunità in quanto era una delle poche specie coltivabili insieme ad orzo e segale. Il cavolo cappuccio di Collina che rischiava di scomparire in favore di specie più resistenti è stato recuperato grazie ad un paziente lavoro di rinnovo delle sementi. Dal 2020 è presidio SlowFood.

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Il Radic di Mont

Con il nome radìc di mont, si intende la Cicerbita alpina, una pianta selvatica simile al tarassaco i cui germogli si possono raccogliere sui pascoli di montagna, soprattutto sulle Alpi tra i 1000 e i 2200 mt quando si sciolgono le nevi. Il sapore ricorda, soprattutto se consumato crudo, quello dei radicchi in particolare quelli selvatici, ma con una nota amarognola caratteristica che rivela un elevato contenuto di sostanze benefiche. Anticamente le genti di montagna lo conservavano nei tronchi di legno, sotto salamoia. Oggi è comune la conservazione sottolio, dopo una scottatura in acqua e aceto, alla quale segue l’immersione dei radicchi in olio di oliva o di semi, con l’aggiunta di aglio ed altre spezie ed erbe aromatiche. Si mangia anche fresco nelle insalate, frittate o risotti. Può essere consumato in abbinamento a carni, salumi e formaggi di tradizione Alpina, speck o filetto di maiale affumicato, adagiato su crostini caldi di pane casereccio magari ricoperti da una fettina di lardo oppure assieme a ricottine di malga o formaggi cremosi freschi accompagnati da polenta calda. E' un presidio Slowfood

I fagioli della Val Pesarina

In Carnia esistono più di 30 varietà di fagiolo, per lo più autoctone. Sono state custodite grazie al singolo lavoro di piccole aziende locali ed alla produzione negli orti familiari su terreni impervi.
A Pesariis, frazione del comune di Prato Carnico, nell’alta Val Pesarina, si coltivano diverse varietà di fagiolo locale rampicante, di buona produttività ed ottime caratteristiche culinarie. Le varietà si differenziano per colore, forma, grandezza ed utilizzo in cucina. 
“Las fasolas”, si adoperano esclusivamente in insalata. I “cesarins” piccoli, simili ai piselli, sono adatti per essere cotti al tegame in quanto tengono bene la cottura. I “burlots” sono molto saporiti ed hanno una buccia consistente. Si prestano per qualsiasi preparazione anche quella inedita della marmellata di fagioli. I “laurons” sono un’antica varietà di borlotto di pezzatura più piccola adatti per minestroni. “Arlois e Fasois” è la ormai decennale festa che celebra due prodotti tipici della vallata: i fagioli come prodotto gastronomico e gli orologi frutto dell’artigianato locale. Si svolge ogni anno la seconda domenica di settembre.

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